Da Pechino a Palermo a piedi: tra muraglia cinese, freddo siberiano e piccioni viaggiatori, ecco perché i cinesi tardano ad arrivare
Da Pechino a Palermo. In linea d’aria una distanza di 8343 chilometri, molti di più se dalla capitale cinese si decidesse di arrivare a piedi verso il capoluogo siciliano. Ed è proprio questo interminabile pellegrinaggio la causa del ritardo dell’arrivo degli investitori asiatici nei pressi di viale del Fante, ormai attesi da mesi e ancora mai approdati nell’isola più bella del Mediterraneo. Sarebbero bastate tredici ore di volo o qualcosa di più, con uno o due scali prima dell’arrivo a Punta Raisi. Invece no, hanno preferito fare questa lunga passeggiata, della durata che nemmeno Google Maps è in grado di calcolare.
Un percorso lungo e impervio fin dal principio, con la maestosa muraglia cinese da attraversare che di sicuro avrà fatto perdere, tra fascino e difficoltà , diverso tempo a quel gruppo di ricconi diretti a Palermo. Possiamo dargli torto? Chi non desidererebbe restare a guardare per ore una delle sette meraviglie del mondo antico? Chiunque ne resterebbe estasiato, anche chi come loro l’ha in patria a portata di mano. Poi il deserto del Gobi in Mongolia e il freddo della Siberia, che di sicuro avranno creato grossi problemi alla compagnia in viaggio verso la Sicilia: climi rigidi, invivibili, che certamente avranno fatto sì che si procedesse con calma e con tante soste per evitare assideramenti o disidratazioni pericolose. Procedere a piedi per tutto l’est Europa, inoltre, non sarà per nulla semplice, soprattutto se non si conosce la lingua. Ed anche nel momento in cui i cinesi dovessero arrivare alle porte dell’Italia, scalare le Alpi è un compito tutt’altro che facile se non si è esperti nel campo.
Intanto Zamparini aspetta il loro arrivo, pur non avendo alcuna notizia del loro viaggio, della loro posizione: tutti i piccioni viaggiatori inviati dagli asiatici (unico mezzo di comunicazione a disposizione) non sono mai arrivati a destinazione. Quando arriveranno? Di sicuro non a Natale, come lo stesso presidente rosanero ha ammesso. L’impressione, tuttavia, è che non arriveranno mai. Troppo piena di insidie la strada che porta da Pechino a Palermo, chissà che fine avranno fatto i cinesi e nessuno ne saprà mai nulla. Non si saprà mai il loro nome, sempre tenuto segreto per evitare possibili agguati durante il viaggio. Non si saprà mai il loro capitale, per proteggerli durante questo lungo pellegrinaggio. Non si sapranno mai le loro intenzioni, forse scritte in uno di quei tanti messaggi andati perduti. Un’altra possibilità di vedere nuovi investitori stranieri sta per sfumare: dopo gli arabi, i russi, i messicani e gli americani. Niente, la strada per Palermo è troppo lunga e faticosa. E Zamparini è ancora costretto a stare alla presidenza dei rosanero…