Esclusiva Rinaudo: «Fatto un grande lavoro nel settore giovanile. Ecco come viviamo la pandemia e i miei consigli ai ragazzi»
Ai tempi del Covid anche il calcio in tutti i suoi aspetti ha subito un ridimensionamento. Non c’è mai la certezza che la domenica si possa giocare, il risultato di una partita dipende anche da fattori addizionali quali la costanza nello scendere in campo o le indisponibilità causate dal virus, mancano i tifosi sugli spalti. Anche il settore giovanile ha avvertito il colpo inflitto dal coronavirus: via via sono stati fermati tutti i campionati giovanili, da quelli dilettantistici fino alla Primavera 1. Ad oggi è difficile prevedere se e quando si tornerà a giocare questa stagione. Questo ha portato le società a rivedere il proprio lavoro, adattandosi a questo momento particolare e soddisfacendo le esigenze dei ragazzi che rimangono sempre le stesse anche in assenza di calcio giocato, ovvero la crescita personale e l’obiettivo di raggiungere un giorno il professionismo. RaccontiRosanero.com ha parlato di questo periodo storico particolare con Leandro Rinaudo, palermitano ex calciatore rosanero ed oggi direttore tecnico del settore giovanile del Palermo.
Ciao Leandro, partiamo subito facendo un resoconto su questo primo anno abbondante di settore giovanile…
Penso sia stato fatto sin qui un grandissimo lavoro. Dopo il fallimento del vecchio Palermo anche il vivaio è andato perso, con la maggior parte dei giovani dispersa nei vari club d’Italia. Nell’estate del 2019 è stata dunque una vera e propria rifondazione del settore giovanile rosanero, un lavoro non facile che però è stato fatto in maniera perfetta. Siamo riusciti a costruire diverse squadre, dai ragazzi di dieci anni fino ai 2002-2003 della categoria Juniores/Primavera mettendo dentro tanta qualità . E’ stata fatta anche una grande selezione per la formazione dello staff tecnico e medico, ed anche da questo punto di vista possiamo ritenerci davvero soddisfatti perché abbiamo costituito un settore di grande livello. La scorsa stagione pur giocando in dei campionati dilettantistici le nostre squadre stavano facendo bene in tutti i settori. Sfortunatamente questa si è conclusa anticipatamente a causa dell’inizio di questa pandemia, ma sono certo che qualora fossimo arrivati alle fasi finali regionali e nazionali avremmo detto sicuramente la nostra.
Quali sono ad oggi gli obiettivi che vi siete posti, considerando che al momento non si sta giocando e che vista la situazione è anche difficile prevedere quando e come si riprenderà a farlo?
Gli obiettivi rimangono sempre gli stessi, ovvero la crescita dell’individuo sia dal punto di vista fisico e tecnico che da quello umano. Lo scopo principale nel settore giovanile è quello di formare dei giovani calciatori che un giorno possano calcare i campi di calcio da professionisti, e non il risultato in sé delle partite o dei campionati che si disputano. Ovviamente anche quello è un obiettivo, ma se ci si allena bene e si cresce a livello individuale poi anche i risultati di squadra e di gruppo arrivano. E’ tutto consequenziale. In questo momento in cui non stiamo giocando e in cui i ragazzi sono costretti ad allenarsi individualmente stiamo concentrando tutte le nostre forze nel poter continuare questo percorso sui ragazzi.
Considerando che anche per un professionista non è semplice gestire una situazione anomala quale è quella che stiamo vivendo, come stanno affrontando i ragazzi del vivaio questo momento?
Devo dire che sono rimasto particolarmente sorpreso e soddisfatto di come tutto l’intero settore giovanile. Quest’anno siamo una grande famiglia, devo complimentarmi con lo staff tecnico, con i dirigenti accompagnatori e con lo staff medico che in un momento sanitario così delicato stanno dando grande supporto. Tutti stanno facendo un grande lavoro per mantenere alta sia la concentrazione che il livello degli allenamenti di tutti gli elementi del vivaio. Anche nei ragazzi sto vedendo durante le sedute tanta abnegazione e professionalità. Stiamo facendo un grande lavoro anche in un momento difficile come questo.
Quanto può influenzare questo lungo periodo di inattività la crescita di un ragazzo?
Secondo me poco. Ovviamente il calcio giocato e le partite mancano, ma è importante che durante questo momento si continui a lavorare sodo e a pensare ad allenarsi per poi farsi trovare pronti proprio quando si riprenderà a giocare. Personalmente sto vedendo che tutti i ragazzi stanno crescendo sia dal punto di vista fisico che tecnico, stanno lavorando davvero bene e reagendo in maniera positiva alla situazione che stanno vivendo. Hanno inoltre la fortuna di poter lavorare con uno staff davvero di alto livello che riesce a trasmettere loro le giuste motivazioni, seguendoli da vicino quotidianamente e costantemente con grande attenzione su tutti i dettagli.
Tu come tutti questi ragazzi sei cresciuto nel settore giovanile del Palermo facendone tutta la trafila fino a vestire la maglia rosanero in prima squadra. Cosa è cambiato dal vivaio di allora che vedevi da ragazzo a quello di oggi che vedi da dirigente?
Beh sono passati diversi anni e sicuramente la differenza tra il settore giovanile nel quale giocavo e quello di oggi è tanta. Ciò che oggi viene a mancare è il calcio giocato in strada quando si è ragazzi. Prima non c’erano tutte le distrazioni che invece ci sono adesso, quando si era liberi dopo la scuola si scendeva giù a giocare per strada ed ogni angolo della città era pieno di ragazzini che inseguivano un pallone. Era un fattore importante in quanto sin da bambino ti dava quel senso di competitività e di attenzione anche durante una partita tra amici. Oggi questo aspetto sta venendo un po’ a mancare perché sono sempre meno quei ragazzi che assaggiano il calcio in questo modo. Uno dei nostri obiettivi è appunto quello di trasferire questo senso di competitività e di alta tensione negli allenamenti, non è semplice ma lo staff tecnico sta facendo un grande lavoro in tal senso, cercando di trasmettere ai ragazzi quella voglia di migliorarsi e di fare sempre meglio.
Il tuo percorso da professionista è stato molto positivo: hai realizzato il sogno di vestire la maglia del Palermo in Serie A ed hai giocato in altri importanti palcoscenici. Qual è il consiglio che ti senti di dare ai ragazzi del vivaio rosanero di oggi?
Ciò che voglio dire loro è quello di inseguire sempre i propri sogni, di coltivarli e di non mollare mai. Sin da questa fase bisogna stare molto attenti alla cura personale, bisogna allenarsi bene e costantemente, mantenere una corretta alimentazione ed uno stile di vita adeguato a quello di uno sportivo. Da questi fattori, assieme alla determinazione nel realizzare i propri sogni, passa il successo. Ciò che invece non bisogna fare è appunto mollare o gettarsi nello sconforto per un momento no che fisiologicamente può capitare, ma piuttosto reagire con ancora più determinazione.
Circola insistentemente la voce sulla futura affiliazione di alcune scuole calcio al Palermo. Cosa sapresti dirmi a riguardo?
Posso confermarti che questa è un’idea concreta sulla quale il Palermo sta pensando da tempo. In tal senso la scelta sulle scuole calcio che verranno affiliate al club rosanero verrà presa da Rosario Argento.
Ad oggi il Palermo Primavera non ha ancora esordito nel nuovo campionato Primavera 3, mentre i ragazzi dell’Under 17 e Under 15 hanno giocato una sola partita contro la Vibonese nei rispettivi campionati di Serie C ottenendo due grandi vittorie (rispettivamente 4-0 e 3-0, di seguito i link ai racconti dei due match).
Su RaccontiRosanero.com puoi seguire con attenzione l’intero settore giovanile del Palermo, visionare la rosa della formazione Primavera, Under 17 ed Under 15 completa del numero di presenze e reti di ogni singolo calciatore rosanero, monitorare i risultati di ogni giornata e le classifiche.