Esclusiva Ignoffo: «Il mio racconto di Palermo-Turris del ’97. I rosanero possono ambire alle prime posizioni. Troppa pressione sui palermitani»
Partita dopo partita il Palermo si sta rimettendo in carreggiata recuperando tutti i match saltati a causa dell’emergenza Covid-19 che ha colpito duramente i rosanero nelle scorse settimane. L’avversario mercoledì pomeriggio è la Turris, squadra che i siciliani hanno affrontato solamente due volte nella loro storia. Uno dei due precedenti risale alla stagione 1997/98, in una gara che finì clamorosamente 0-0 e che viene ricordata soprattutto per l’episodio del rigore di Scarafoni parato da un centrocampista avversario originario della Kalsa (clicca qui per leggere il racconto di quella partita). In quella maledetta giornata tra i rosanero c’era anche Giovanni Ignoffo, ex difensore palermitano ed oggi allenatore del Siracusa. RaccontiRosanero.com lo ha intervistato in esclusiva per parlare proprio di quella partita e per fare un punto sulla stagione attuale del Palermo e di come il Siracusa sta affrontando la pandemia.
Palermo-Turris, anno 1997. Una partita per certi versi difficile da dimenticare. Tu eri lì. Che ricordi hai di quella giornata?
Quella partita la ricordo come se fosse ieri così come ricordo l’intera stagione. Eravamo appena retrocessi dalla Serie B e la società mantenne tanta gente d’esperienza come Biffi, Scarafoni, Sicignano, Barone, i fratelli Compagno. Non iniziammo alla grande le prime partite. Tutti quindi si aspettavano una nostra vittoria contro la Turris e ci andammo pure vicinissimi. A pochi minuti dalla fine il loro portiere spinse Scarafoni e l’arbitro decretò il rigore. Finiti i cambi in porta ci andò il centrocampista Tarantino, che oltre ad essere palermitano era anche cresciuto nel settore giovanile rosanero, e clamorosamente riuscì a parare il tiro dal dischetto. Doveva essere una partita che doveva dare la svolta alla nostra stagione ed in un certo senso la diede anche se non come immaginavamo. Da lì infatti entrammo in un vortice di risultati negativi che poi ci portò all’epilogo che tutti noi conosciamo (il Palermo retrocedette in C2 tramite i playout salvo poi essere ripescato, ndr).
Si dice sempre che il calcio è fatto di episodi. La mancata vittoria contro la Turris incise negativamente sulla stagione dei rosanero. Parallelamente, se il Palermo quest’anno non avesse ottenuto il primo risultato positivo probabilmente si ritroverebbe in una situazione simile…
Sì, nel calcio ciò che conta alla fine è il risultato finale e non la prestazione. Inutile dire il contrario. Quest’anno il Palermo ha iniziato male per una serie di situazioni che si sono create, tuttavia sono del parere che anche quando si perdeva si intravedeva qualcosa di buono, così come adesso che si vince magari alle volte le prestazioni non sono proprio esaltanti. Alla fine però i punti sono quelli che fanno la differenza. Penso comunque che i rosanero siano una buona squadra e questa serie di risultati positivi abbia dato il definitivo slancio alla squadra di Boscaglia.
A cosa può puntare questo Palermo?
Sono del parere che la rosa allestita quest’anno non possa non ambire almeno alle prime cinque-sei posizioni in classifica, altrimenti sarebbe un fallimento. Ho visto le squadre del girone C, oltre ai rosanero e a squadre come la Ternana, il Bari, il Catanzaro, l’Avellino ed il Teramo che sta facendo parecchio bene non ho visto altre compagini irresistibili per cui il Palermo deve necessariamente arrivare tra le prime posizioni in classifica. Oltretutto quella rosanero è una piazza esigente, non puoi permetterti una stagione anonima.
A proposito di pressioni, quanto sono grandi quelle sui palermitani che vestono la maglia del Palermo?
Storicamente per un palermitano non è mai semplice giocare con i rosanero, inevitabilmente le pressioni crescono in maniera vertiginosa. Se da un qualsiasi giocatore l’ambiente si aspetta qualcosa, da un palermitano ci si aspetta dieci volte di più e dunque una prestazione negativa viene alle volte criticata in maniera fin troppo ingiusta. E’ sempre stato così, l’ho vissuto sulla mia pelle ed è ciò che è accaduto ad esempio a Saraniti nelle prime partite disputate quando non riusciva a trovare il gol.
Oggi sei al Siracusa, ma purtroppo anche voi state avendo a che fare con tutte le problematiche del difficile momento che stiamo vivendo…
Sicuramente le aspettative per questa esperienza al Siracusa erano ben diverse. Ho sposato un progetto ambizioso scendendo in una categoria che non avevo mai vissuto, quella dell’Eccellenza, e adesso ci ritroviamo in una situazione che non avevamo previsto ad inizio stagione. Le ambizioni permangono, tuttavia sono anche tante le preoccupazioni per il prosieguo del campionato. Non giochiamo da un mese ormai e gli ultimi allenamenti di gruppo risalgono a due settimane fa. Adesso purtroppo, a causa dell’impossibilità di potersi spostare tra comuni, molti calciatori che risiedono in altre città come nel catanese, nel siracusano o nel palermitano non possono recarsi alle nostre strutture di allenamento e siamo costretti ad allenarci individualmente da casa. Ricordiamo infatti che i calciatori di questa categoria non sono considerati dei professionisti, quando di fatto poi questo è il loro mestiere che però non possono giustificare alle autorità quando si spostano da un comune all’altro perché appunto non considerato come un lavoro. A questo si aggiunge anche la decisione del ministro Spadafora che farà probabilmente riprendere i campionati interregionali, posticipando la ripresa di quelli regionali e giovanili addirittura alla fine del mese di gennaio prossimo. Penso questa sia una disparità di trattamento. Il calcio in Sicilia sta risentendo parecchio la crisi di questo momento, società come la nostra spendono centinaia di migliaia di euro all’anno per affrontare la stagione e adesso si ritrovano in seria difficoltà . Spero tutto questo possa passare al più presto e che si possa tornare finalmente a giocare.