Baccaglini il braccio, Zamparini la mente: a Palermo non è cambiato nulla
Accordo ratificato tra le due parti, closing previsto entro il 30 giugno. Ok, ma dietro tutto ciò è cambiato realmente qualcosa? La prima impressione è che al Palermo non sia cambiato nulla. Sì, perché guardando le prime decisioni societarie in vista del prossimo futuro del club rosanero sembra ci sia la solita mano dietro. Infatti la scelta di affidare la panchina a Bruno Tedino è una scelta esclusiva di Zamparini, che già si era accordato con l’allenatore del Pordenone ancor prima di comunicare l’accordo con Baccaglini. Bocciate di fatto, quindi, le proposte dell’italo-americano che caldeggiava per un ritorno di Iachini (che ha esplicitamente declinato la possibilità di una nuova esperienza al Palermo, chissà perché) e spingeva per Massimo Oddo.
Anche la scelta del ds è una chiara manifestazione di chi abbia più voce in capitolo. Fabio Lupo è ormai virtualmente il nuovo uomo mercato del Palermo, anche in questo caso selezionato dal friulano e dai suoi consulenti. L’ex Empoli Carli, che aveva già un accordo con Baccaglini e che aspettava che nel club rosanero tornasse un po’ di ordine, alla fine non è arrivato: forse perché di ordine in realtà continua a non essercene. Archiviati i capitoli relativi al nuovo tecnico e al nuovo direttore, c’è infine la questione mercato che ci dà un’ulteriore conferma di chi stia al timone. Diamanti via e spazio ai vari Posavec, Balogh e Trajkovski, con il “canale dell’est” (citazione di Zamparini) mai chiuso. Acquisti e cessioni saranno ancora di marchio zampariniano.
Insomma, Baccaglini è il braccio e Zamparini è la mente: il friulano comanda, l’italo-americano esegue. Molto più di una semplice consulenza, una vera e propria presenza che continua a decidere le sorti del club rosanero. E che spinge verso la sempre più preoccupante convinzione che a Palermo, probabilmente, non sia cambiato nulla.