Un “Barbera” bianconero: perché vincere con la Juventus ha un sapore diverso…
Palermo-Juventus non è mai stata una partita qualsiasi. Direte per il blasone, per i tanti campioni, perché un risultato positivo resta negli annali. Sì, forse agli inizi era proprio per questo. Vincere contro i bianconeri, davanti ai propri tifosi, in effetti, non era un qualcosa di usuale. Nella storia “antica” del Palermo (quella prima dell’era zampariniana) solo tre erano state le vittorie dei rosanero al cospetto della Vecchia Signora: due in campionato e parecchio datate (stagioni 35/36 e 48/49) ed una in Coppa Italia nel 73/74. Un successo contro i più titolati d’Italia era un vero e proprio tabù.
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E in quel 5 febbraio del 2005, di fronte ad una cornice di oltre 35 mila supporters (per lo più abbonati per il grande ritorno in serie A), siamo sicuri che la gioia per quel gol di Franco Brienza dopo appena dodici minuti sotto la curva sud sia stata per tutti autentica. Indimenticabile quel sinistro ad uscire che trafiggeva Buffon. Le urla dei tifosi erano incessanti, si sentivano fino a piazza Vittorio Veneto. Attorno allo stadio tutto tremava. Il Palermo scriveva una pagina di storia indelebile battendo 1-0 la Juventus.
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Tuttavia, le cose negli anni sono cambiate. Non che non siano arrivati altri storici risultati. Anzi. E’ cambiata però l’atmosfera. E’ cambiata l’ambientazione. Anno dopo anno il “Barbera” si è sempre più tinto di bianconero per l’occasione. E non è stato un bello spettacolo. E’ lo sport direte. Già , ognuno è libero di professare la propria fede calcistica, ma non si arrabbi nessuno se dia “leggermente” fastidio entrare allo stadio per tifare Palermo e ritrovarsi praticamente in una trasferta.
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Già nel 2008, ai gol di Del Piero che portava il risultato dal 2-0 firmato dalla doppietta di Amauri al 2-2, sembrava di trovarsi più a Torino che nel capoluogo siciliano. Il boato era frastornante: forse il termine più giusto è però irritante. La soddisfazione tuttavia è arrivata comunque: il bolide di Cassani a un minuto dal novantesimo è stato una goduria (stavolta però, a godere non erano più in oltre 30 mila, forse poco più della metà ). Altrettanto piacevole, un anno dopo, è stato il 2-0 siglato da Cavani e Simplicio, che ha lasciato probabilmente con l’amaro in bocca i tanti juventini accorsi a vedere i propri beniamini. E magari speravano in risultato diverso gli stessi che, nel 2011, si recarono allo stadio per vedere la squadra bianconera sperando in una vittoria: in quel caso Miccoli e Migliaccio furono gli artefici di quel 2-1.
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E’ proprio quest’ultima partita l’ultimo successo del Palermo contro la Juventus. Da lì soltanto sconfitte e nessuna rete, per la gioia dei fan dei piemontesi. Contestualmente al disinnamoramento dei tifosi rosanero, è aumentata ancor di più la percentuale dei sostenitori avversari che, più degli altri anni, fanno la corsa ai botteghini per accaparrarsi un biglietto. Domani, alle ore 18, la storia si ripeterà ed anzi l’inferiorità numerica al “Barbera” sarà ancora più netta: contro i poco più di sei mila abbonati saranno presenti almeno il doppio di spettatori di marchio juventino che spereranno in una serata da incorniciare per Dybala e compagni. Il tifoso rosanero lo sa, ormai ci ha fatto l’abitudine ed è consapevole che ad attenderlo ci sarà un “Barbera” bianconero. Ed è proprio per questo che una vittoria con la Juventus ha sempre un sapore diverso, perché diversamente dalle altre partite vincere non significa soltanto avere la meglio contro la formazione più forte del campionato. Significa anche gridare più forte di chi ti sta accanto. Che probabilmente sperava in un epilogo differente…