Scusatemi se ancora non festeggio: Zamparini va via e il Palermo è angloamericano, ma qualcuno li conosce?
E’ finita un’era durata 15 anni. Un’era di tanti importanti traguardi, di grandi vittorie. Un’era di impensabili obiettivi, di campioni e di sogni. Un’era che però era ormai terminata da tempo: da quella finale di Coppa Italia persa nel 2011 il Palermo non ha più avuto pace. Solo stagioni deludenti, retrocessioni sfiorate ed una raggiunta, mancanza di progetti e tante, tante bugie. Adesso, quando la squadra rosanero tenta il tutto per tutto per permanere nella massima serie, arriva la svolta: Zamparini si è dimesso, stavolta ufficialmente. Da tanto tempo “minacciava” di lasciare la presidenza, di andare via: ora però è ufficiale, non sarà più il presidente del Palermo. Imminente la chiusura dell’affare che vede il club di viale del Fante passare dalle sue mani a quelle di un fondo angloamericano i cui componenti rimangono ancora top secret. Nei prossimi quindici giorni l’annuncio ufficiale dell’avvenuta transazione.
Proprio ieri, nel giorno in cui si è festeggiato il 110° anniversario del rosanero, un grande pezzo della storia di questi colori se ne va via. Sì, perché tralasciando le vicende degli ultimi anni l’era di Zamparini ha scritto la storia del Palermo. E’ tutto fin troppo evidente, mai nessuno aveva portato così in alto questa squadra. Presa da un’anonima serie B, l’ormai ex patron friulano in soli due anni regala alla città palermitana il ritorno nella massima serie dopo oltre trent’anni, allestisce subito una squadra di grande livello e porta il club dove mai nessuno era mai arrivato, in Europa. Vince tante scommesse (e ne perde tante altre, è giusto precisarlo), grazie a lui al “Barbera” si son potuti ammirare non solo i campioni delle altre squadre ma anche i nostri campioni: da Toni ad Amauri, da Miccoli a Cavani, da Pastore a Dybala, da Vazquez a Nestorovski, probabile prossimo uomo di mercato rosanero. Poi è finito tutto, è vero. C’è stato un tracollo: forse un disinnamoramento del presidente verso il Palermo, forse l’età avanzata del numero uno rosanero, forse ancora il momento economico che ha colpito anche il nostro club. Fatto sta che il Palermo non ha avuto più un progetto. E il popolo rosanero, che tanto amava quel presidente capace di far sfiorare obiettivi impensabili, ha iniziato ad odiarlo: prima quei “soliti” cinquanta, poi quel centinaio, che son diventati mille, diecimila e tutta una città intera. Ora, nel momento del suo addio, i tifosi festeggiano proprio come quando hanno saputo del suo arrivo, in quell’ormai lontano luglio del 2002.
La mia domanda però è: c’è veramente da festeggiare? Sì, perché sulla scorta delle precedenti trattative avvenute per la cessione del club rosanero, è ancora presto per cantare vittoria. Avete dimenticato gli arabi, i russi, i messicani, gli americani, i cinesi e tutti gli altri? Cosa c’è di diverso adesso? Nulla. Il Palermo è al centro di una trattativa della quale si sa poco o niente. Un fondo angloamericano vuole acquisire il Palermo. Basta. Chi sono questi uomini? Da dove provengono? Che progetti hanno? Nessuna di queste risposte è ancora arrivata. Le prime informazioni arriveranno nei prossimi giorni, probabilmente tramite una conferenza stampa presieduta proprio da Zamparini che, seppur dimissionario, nei prossimi mesi sarà ancora al centro delle decisioni riguardanti il destino dei colori rosanero. Intanto però scusatemi se ancora non festeggio ma solo una cosa è certa: nessuno può garantire al momento che il futuro, con questi nuovi personaggi che stanno per entrare in società (si parla di Martin Taylor, ex presidente di Barclays Bank venuto ad assistere alla gara contro l’Atalanta), sia migliore del presente. Al peggio non c’è mai fine.