Scendere in serie B e dichiarare fallimento: tra debiti e conto in banca vuoto, è forse questo il piano di Zamparini?
“Non ho i soldi per finire il campionato…”. E’ una delle tante frasi gettate da Zamparini qualche mese fa, quando il Palermo andava crollando sempre più verso il fondo della classifica. Delle parole alle quali non si era dato il giusto peso, sia perché spesso il presidente rilascia dichiarazioni in maniera precipitosa e sia perché si spera sempre che sia tutto rose e fiori. Quanta verità in quella frase, invece.
Già , perché stavolta davvero il patron rosanero è rimasto senza una lira. Ed in effetti l’odore di un conto in banca in rosso era già nell’aria da diverso tempo. Basti guardare alle recenti campagne acquisti “povere” o ai tanti milioni incassati dal Palermo dalle cessioni e serviti esclusivamente per ripagare i debiti. Quella società che un tempo era un modello per tutti, con dei bilanci da sfoggiare fieramente, non esiste più. Il Palermo è in preda ad una crisi economica con una fine delle più allarmanti: il fallimento. Un buco in bilancio di 20 milioni, un decreto ingiuntivo del Tas di 10 milioni, altri 2.5 milioni di fido bloccato da Unicredit e un conto corrente praticamente vuoto, con soli duemila euro. Come se non bastasse, attorno al Palermo da mesi orbitano diverse figure note più per il riciclaggio di denaro che per le operazioni di mercato: i tanti acquisti sbagliati dal Palermo negli ultimi anni iniziano a fare un po’ puzza. Cosa c’è sotto?
Intanto i rosanero si dirigono sempre più verso la retrocessione: 10 punti in 20 partite, otto lunghezze di distanza dalla salvezza. Numeri che hanno portato tutta la squadra a giocare nelle ultime gare in modo sempre più arrendevole, quasi come ad essersi arresi ai piani di qualcuno. Che Zamparini voglia scendere in serie B e dichiarare fallimento? Un film già visto al Venezia nel 2002, quando la squadra veneta di proprietà dello stesso friulano retrocedette e di lì a poco fallì. Forse è questo il piano del presidente, ormai sommerso dai debiti e con un conto in banca vacante. E Palermo potrebbe prepararsi all’ennesima scomparsa della sua storia…