Partite come quelle contro la Turris saranno il copione della stagione: la bravura del Palermo starà nell’umiltà di cambiare sé stesso
Prima il Potenza, con un gol segnato dai rosanero a pochi minuti dalla fine. Poi la Turris, che rispetto ai lucani ci ha provato un pizzico di più e di fatti ha beffato il Palermo alla prima vera azione (purtroppo arrivata proprio ad un passo dal triplice fischio), cui forse anche il pareggio sarebbe stato stretto. Due incontri molto simili tra loro con un’unica differenza, quella del risultato finale dipeso solamente da una variante ovvero quella dell’episodio. La domanda dunque è: si può affidare solo alla casualità l’esito di una partita?
Sia nel recupero contro i rossoblù che in quello di ieri pomeriggio contro i campani si è potuto osservare come entrambe le squadre abbiano affrontato il Palermo alla stessa maniera. È soltanto un caso? La risposta secondo il mio modesto parere è decisamente no. L’impressione è che di gare come quelle viste negli ultimi due appuntamenti in campionato dei rosanero ce ne saranno tante, forse saranno tutte così eccezion fatta per compagini come la Ternana o il Bari che obiettivamente al momento appaiono più attrezzate di quella in mano a mister Boscaglia.
Il girone C di Serie C ha imparato a conoscere il Palermo coi suoi pregi e i suoi difetti. È indubbio come i rosanero siano una compagine pericolosa, ma con delle lacune. Lo abbiamo capito noi tifosi e lo hanno capito le nostre avversarie. Ecco perché già in due ci hanno affrontato aspettandoci e lasciando a noi il compito di tenere palla. Perché siamo sterili, siamo lenti e a corto di idee. Oggettivamente il Palermo fa fatica a rendersi pericoloso su azione, non riesce davvero a creare delle situazioni realmente critiche per le difese avversarie pur avendo in mano il pallino del gioco. Troppi passaggi in orizzontale, estrema lentezza, poca invenzione. Non è una nostra colpa, siamo così. Il Palermo non ha nella sua rosa giocatori in grado di fare la giocata, di verticalizzare o di uscire il coniglio dal cilindro. Siamo una squadra equilibrata, purtroppo orfana di un leader a centrocampo e di un attaccante che faccia la differenza nei momenti chiave. Ciò non vuol dire che siamo scarsi, ma la strada ed il tipo di gioco intrapresi potrebbe non portare ai frutti sperati.
Il Palermo non vincerà il campionato. Troppo largo il divario, non solo di punti, tra i rosanero e chi guida la classifica al momento. Ma può fare meglio di così e non può non ambire alle prime posizioni. Ciò però passerà da un solo punto cruciale: capire che se continuiamo in questa maniera senza prendere provveeimenti, questo sarà il copione di tutta la stagione. A volte potrà andarci bene come contro il Potenza, altre no come contro la Turris. E matematicamente questo ci porterà ad un amico campionato di metà classifica fatto di alcune vittorie ed altrettante sconfitte, con in mezzo una serie di noiosi pareggi a reti inviolate. Qual è dunque la soluzione? Comprendere tutto ciò e avere l’umiltà anche di conoscere i propri limiti e di sapersi cambiare. Perché le altre squadre già ci hanno capito e ce ne hanno data ampia dimostrazione. Ora tocca a noi agire di conseguenza.