Palermo e la fuga di talenti: da D’Amico ad Angileri, da Lo Faso a Oliveri, i colori rosanero sono solo di passaggio
Se da un lato per la prima volta dopo anni i rosanero possono vantare la presenza di alcuni elementi del vivaio con il ruolo di protagonisti in prima squadra (Accardi, Fiordilino e La Gumina su tutti), dall’altro questa sessione di calciomercato è stata caratterizzata da una vera e propria fuga di talenti da Palermo. Tanti infatti i gioielli che alla resa dei conti hanno salutato il capoluogo siciliano dopo essere cresciuti nel settore giovanili e aver dato, chi più chi meno, il proprio contributo a questi colori.
Ha aperto le danze il più piccolo, Andrea Oliveri: classe 2003 lo scorso anno in forza ai Giovanissimi Regionali di Di Benedetto, il suo talento non è sfuggito agli osservatori dell’Atalanta (per intenderci uno dei migliori vivai d’Italia) che ha rubato ai rosanero un attaccante di sicura prospettiva. Poi è stato il turno di Antony Angileri, perno del Palermo Under 16 e capitano della nazionale italiana di categoria: diverse sono state le squadre che hanno provato a strappare quello che probabilmente era forse il migliore giocatore presente in tutta la “cantera”. Alla fine ad accaparrarsi il difensore classe 2001 è stata la Juventus, sempre attenta ai più promettenti talenti italiani.
Oggi è stato il turno di Felice D’Amico, di Simone Lo Faso e di Gennaro Ruggiero. Il primo, punta di diamante degli Allievi Nazionali della scorsa stagione (gli “invincibili” che hanno sfiorato la vittoria dello Scudetto), si è trasferito all’Inter di Dario Baccin, che conoscendo bene il talento del fantasista è riuscito a sbaragliare la concorrenza di Milan, Atalanta e Psg. Lo Faso, dopo aver fatto intravedere le sue “magie” con la maglia della Primavera e a (brevi) tratti con la prima squadra, è passato alla Fiorentina, mentre il classe 2000 napoletano che lo scorso anno aveva esordito in serie A si è accasato al Torino. E se nel calderone ci mettiamo pure Pezzella e Goldaniga (andati rispettivamente all’Udinese e al Sassuolo), il quadro è completo.
Il Palermo crea talenti, ma non vuole trattenerli. Sì, forse il richiamo delle grandi squadre, forse la deludente storia degli ultimi anni rosanero, forse tutto questo un po’ scoraggia e non incentiva una loro permanenza. Fatto sta però che i rosanero hanno creato un grande patrimonio con le proprie mani. Che i tifosi non potranno mai godersi, perché i nostri colori sono solo di passaggio.