Esclusiva Geraci: «Il mio sogno di giocare nel Palermo si è infranto, ma continuerò a tifare dalla nord inferiore»
Fabrizio Geraci, giovane ultras con il sogno di giocare nel Palermo. Un sogno infranto dato che il giovane attaccante, da sette anni nel settore giovanile rosanero, non farà più parte del club di viale del Fante. Nei giorni scorsi la comunicazione da parte della società che ha deciso di non puntare più su di lui. Tanta delusione, ma nessuna rassegnazione per il classe ’99, che ai microfoni di RaccontiRosanero.com ha voluto raccontare questi anni trascorsi al Palermo e la sua passione per i colori rosanero.
Fabrizio, la tua esperienza al Palermo si è conclusa inaspettatamente. Quali sono le tue sensazioni in questo momento?
E’ stato un duro colpo da incassare. Sono sincero, non mi aspettavo questa notizia, soprattutto dopo tanti anni trascorsi nel settore giovanile dove credo di aver dato tanto. Mi ha chiamato Farris, dicendomi che aveva una brutta notizia per me, che la mia avventura al Palermo era giunta al termine. Ho accettato, anche se non è stato semplice e mi è dispiaciuto molto. Mi sono visto con Porchia, perché nonostante tutto ci tenevo a ringraziarlo e a concludere la mia esperienza in rosanero nel migliore dei modi. Adesso guardo avanti, del Palermo comunque mi rimangono tantissimi bei ricordi».
Sono stati sette anni intensi vissuti nel settore giovanile del Palermo. Raccontaceli un po’…
Tutto è cominciato otto anni fa, quando avevo dieci anni. Partecipai ad un provino dove inizialmente mi venne detto che ero stato preso nel Palermo, poi però lo stesso pomeriggio chiamarono i miei genitori per dirgli che c’era stato un errore e che non facevo parte dei ragazzini scelti per entrare a far parte del settore giovanile, ma che comunque mi sarei dovuto presentare a settembre dell’anno successivo per essere rivalutato. Quindi andai a giocare nella Panormus e in un’amichevole contro i 2000 dei rosanero feci una grande partita: segnai sei gol e Giuseppe Sampino, mio attuale procuratore e all’epoca osservatore del Palermo, si chiese come mai non facessi parte del vivaio del Palermo. Così a settembre non fui io a presentarmi ai provini ma furono i rosanero stessi a chiamarmi. Dopo circa un mese di prova venni tesserato e così cominciò la mia avventura, partendo dagli Esordienti. L’inizio, sono sincero, fu un po’ difficile. Per la prima volta mi confrontavo con compagni tutti al mio stesso livello. Mi adattai però subito e pian piano sono riuscito ad impormi. Già con i Giovanissimi Regionali feci una grande stagione, segnando oltre 30 gol. Un bottino che mi permise di arrivare carico ai Giovanissimi Nazionali, dove misi a segno altre 15 reti piazzandomi al terzo posto della classifica capocannonieri del girone. Anche tra gli Allievi Nazionali è andata bene: il primo anno da sotto età fui l’unico insieme a Santoro ad impormi come classe ’99. Ho segnato tra l’altro due reti importantissime che porto nel cuore: contro il Napoli a pochi minuti dalla fine da subentrato, gol al volo che valse la vittoria, e contro il Frosinone sempre entrando dalla panchina. In questa partita tra l’altro non avrei nemmeno dovuto giocare, ero di battesimo ma mi sentivo che avrei segnato. Andai quindi alla partita, Scurto venne espulso e Petrucci decise di gettarmi nella mischia. Al primo pallone che toccai segnai di testa il gol dell’1-1, proprio come avevo immaginato. Sono state delle stagioni stupende, dove riuscii anche ad attirare l’interesse di altre squadre tra cui il Torino che voleva tesserarmi. Ma io decisi di rimanere al Palermo, ero troppo innamorato dei colori rosanero. Amo la mia terra, di recente mi sono pure tatuato la Sicilia sul polpaccio perché sono fiero di essere palermitano e “terrone”. Forse ho perso quel famoso “treno” che passa una sola volta nella vita. Ma in quel momento ho pensato che potesse essere la scelta giusta.
Poi però è arrivato l’anno con la Primavera. Una stagione non molto semplice la tua…
E’ stata una stagione nata in maniera storta. Tanti infortuni hanno compromesso il mio rendimento, soprattutto uno strappo muscolare che mi ha tenuto fuori per lungo tempo. Poi però mi sono ripreso ma nonostante mi allenassi a mille e dessi il meglio di me non mi è stata data nessuna opportunità. Pensavo di meritarmela, ho lavorato sodo ma non ho ottenuto ciò che speravo. Alla fine sono sceso in campo solamente due volte, poi mi sono rotto anche il dito del piede e la mia stagione si è conclusa da infortunato. Mi dispiace, perché ho visto trattamenti differenti. Tutti, chi più chi meno, hanno avuto le loro chance di giocare. Io no. E poi è arrivata la notizia che la mia esperienza coi rosanero si era conclusa. Speravo in un epilogo diverso, ma è andata così. Adesso cerco di guardare avanti».
Hai ricevuto qualche messaggio di solidarietà da parte di qualche tuo compagno?
Sì, mi hanno scritto in tanti: da Pippo Calivà con il quale sono praticamente cresciuto nel settore giovanile del Palermo, passando per Mazzara, Retucci, Tarantino. Diversi classe 2000 con cui avevo legato nell’anno degli Allievi mi hanno sostenuto. Ciro Sicuro ancora non sapeva della mia esclusione e mi aveva contattato per chiedermi di stare insieme in stanza quest’anno, ma gli ho dovuto comunicare che non facevo più parte del Palermo e c’è rimasto malissimo. Io sono una persona molto socievole, solare, che lega con tutti e che scherza sempre. So farmi voler bene. Mi ricordo che negli Allievi facevo partire sempre cori da stadio nello spogliatoio che pian piano hanno imparato tutti. Sono legato veramente con tanti miei ex compagni.
A proposito di cori, tu sei un frequentatore della curva nord inferiore. Raccontaci della tua passione per i colori rosanero…
Io sono sempre stato tifoso del Palermo fin da bambino, porto i colori rosanero da sempre. Ma non ero mai andato in curva nord perché mio papà andava sempre nella sud o in gradinata ed io seguivo sempre lui. Quattro anni fa, nell’anno della serie B, sono stato il raccattapalle per tutto il campionato e mi facevo mettere sempre sotto la curva nord e vederla mi intrigava sempre. Così un giorno ho deciso di andare in curva e provare questa esperienza. Non posso dimenticare la partita, era Palermo-Carpi e perdemmo in casa 1-2. Ero completamente solo in curva, non conoscevo nessuno e mi avvicinai al gruppo di tifosi della nord inferiore. Fu amore a prima vista. Da lì, nonostante avessi il pass per andare in tribuna, ho sempre deciso di andare in curva e godermi la partita al 100%, il tifo. Lì mi diverto, ho instaurato tante amicizie, soprattutto coi ragazzi dei Bvs e anche con Pasquale Minardi, con il quale mi sento sempre. Anche lui e tutti i ragazzi della curva mi hanno chiamato appena hanno saputo della notizia che non facevo più parte del Palermo. Ci siamo visti anche in occasione del festino di Santa Rosalia e mi sono stati vicino. Ho conosciuto tante belle persone anche se col tempo ho dovuto un po’ distaccarmi dal gruppo perché alla società rosanero non stava bene che io, essendo un tesserato, frequentassi un gruppo organizzato che contestasse il club. Così ho parlato con Pasquale, spiegandogli la situazione e ha capito. Ma il mio posto è in curva nord inferiore, è quello il mio habitat.
E quest’anno cosa farà Geraci? Andrà allo stadio o deciderà di disertare?
E’ una situazione difficile quella che sta vivendo al momento il Palermo. Ma così come faranno i Bvs continuerò ad andare allo stadio. Non vogliamo lasciare il “Barbera” in mano alla tifoseria ospite. Loro continueranno a contestare la società, io continuerò a stare un po’ in disparte e non contesterò per una scelta mia. Ma ripeto, il mio posto è là coi ragazzi della nord inferiore e anche quest’anno sarà così, sperando possa essere una stagione importante.
Qual è il futuro di Fabrizio Geraci, ora che non è più un giocatore del Palermo?
Nonostante il mio sogno di vestire i colori rosanero si sia infranto io non mi fermo. A breve riprenderò ad allenarmi e assieme al mio procuratore vedremo di trovare una sistemazione, magari in C o in D. Per un ragazzo che viene dalla Primavera, soprattutto come me che non ha tanto minutaggio nelle gambe, non è semplice trovare una squadra ma ci proveremo. Allo stesso tempo voglio anche continuare i miei studi, quest’estate mi sono diplomato al Magistrale con un ottimo voto (95, ndr) e voglio anche pensare al mio futuro al di fuori del calcio giocato: proverò ad entrare nel corso di laurea in Scienze Motorie o in Fisioterapia e laurearmi. Continuando a tifare Palermo e a sperare il meglio per i nostri amati colori.