Cinesi, statunitensi, arabi e taiwanesi: tutti pazzi per il Palermo. Ma voi ci credete?
Palermo, terra di conquista e casa di mille culture, sin dall’antichità . Patria che ha sempre affascinato e attratto gli stranieri, talvolta per la posizione strategica nel Mediterraneo, talvolta per la fertilità e la ricchezza naturalistica. Talvolta per la squadra di calcio. O almeno, è questo quello che vuole farci credere Zamparini. Da anni, la società rosanero è in vendita e il numero uno di viale del Fante è alla ricerca di acquirenti e, a detta sua, questi non mancano. Per un soffio Palermo non divenne araba, proprio come accadde nel IX secolo durante la prima dominazione islamica. E a dire il vero, gli sceicchi col turbante erano pure arrivati e avevano dei nomi, dei volti e tanti buoni propositi: milioni di euro, stadio nuovo, scudetto in tre anni. Tutto poi è svanito. Sarà stato il troppo caldo, il cibo indigesto, o forse il traffico. Fatto sta che di quei milionari d’Arabia non se ne seppe più nulla.
Fu il turno dei messicani. Si sa, Palermo è sempre stata affezionata alla cultura ispanica: non dimenticatevi dei Borbone, che per anni regnarono ai tempi del Regno delle Due Sicilie. Tra un “andale andale” e un “ariba ariba”, anche gli uomini con baffi e sombrero si dileguarono. Senza nemmeno sapere come si chiamassero. Ci han provato anche i russi, che la regione sicula mai l’han conquistata e speravano nella prima volta. Ma l’appuntamento con vodka e petrolieri è stato rimandato a data da destinarsi. Timido l’approccio dei kazaki, spuntati e scomparsi nel giro di pochi secondi.
Poi si è sperato nel nuovo sbarco americano. Già una volta ci avevano liberati, un’altra volevano farlo e a guidare l’armata a stelle e strisce c’era Frank Cascio, che Palermo e il Palermo li porta nel cuore. Ma qualcosa è andato storto, non è arrivato più nessuno mentre già nel capoluogo sventolavano le bandiere statunitensi. Niente paura però, piacciamo ai cinesi che già da un po’ hanno imparato a conoscere la nostra realtà : basti guardare via Lincoln. Ma non correte troppo, perché anche questa nuova dominazione potrebbe non avere mai un inizio.
Sedotti e mollati. Ancora una volta. Il tanto rinomato (e anonimo) fondo di Stato cinese interessato ad acquistare il 75% del Palermo non si è fatto vivo. Si aspettavano novità a fine ottobre, ma questo ormai è passato. La prossima scadenza ora è fine novembre, o i primi di dicembre. Poco cambia, intanto i mesi passano. E la realtà dei fatti è che a presiedere i rosanero c’è ancora Zamparini, che dice di voler cedere e di voler lasciare (“Ho già deciso da tempo di lasciare il Palermo – afferma – e vorrei che accadesse nel più breve tempo possibile”) ma che intanto è ancora là , a capo della dirigenza. E il Palermo è sempre più in basso, per i fondi che sono sempre più scarsi e le motivazioni presidenziali che sono sempre più minimi. I cinesi temporeggiano, vogliono capire bene come funziona la società : quanto ci vuole a comprenderlo? Nel frattempo, in un incontro avvenuto a Dubai con gli intermediari della trattativa, sono spuntate le ennesime nuove ipotesi: altri statunitensi e ora anche alcuni uomini d’affari di Taiwan stanno ammiccando i nostri colori. Insomma, ci mancavano solo loro ad ambire all’acquisizione dei rosanero. “I cinesi hanno i loro tempi – dice Zamparini al “Giornale di Sicilia” – ma sono più che intenzionati ad iniziare questa avventura”. Ma il dato di fatto è che non succede nulla.
Insomma, sono tutti pazzi per il Palermo. Ma nessuno si decide a fare il passo decisivo. Il dubbio sorge spontaneo. Davvero il Palermo è in vendita? Davvero Zamparini vuole lasciare? Davvero ci sono tutti questi investitori intenzionati a comprare i rosanero? Vogliamo credere vivamente sia così, per un futuro migliore per questa società ormai allo sbaraglio dentro e fuori dal campo. Ma iniziamo ad essere un po’ realisti. Cosa ci prospetta realmente il futuro?