Storia di un amore rinato: questo Palermo rimarrà nel cuore dei tifosi
Vi racconto una storia. Una storia che accomuna tanta gente che come me ha a cuore le sorti del Palermo.
Sta per essere un’estate rovente quella del 2019, e non per il caldo torrido in arrivo ma per le notizie che circolano attorno ai colori rosanero. Il campionato di serie B si è appena concluso e Nestorovski e compagni, presi in mano da Delio Rossi a poche giornate dalla fine, vogliono centrare la promozione vincendo i playoff. Le acque in casa Palermo però sono agitate da mesi, le casse della società si vocifera siano vuote e i debiti sono alle stelle. Come un fulmine a ciel sereno non solo ai rosanero viene negata la partecipazione ai playoff, ma viene sancita la retrocessione in serie C d’ufficio, poi convertitasi in una maxi penalizzazione che comunque li escluderà dalla corsa alla serie A. Nel frattempo si concretizza l’ennesimo passaggio di proprietà che puzza di marcio, il Palermo insegue la data limite per iscriversi al campionato di serie B ma non ce la fa. Si inizia a parlare di fallimento, stavolta in maniera concreta. Pochi giorni dopo arriva l’ufficialità : quella società dal nome U.S. Città di Palermo non esiste più. Si teme che non ci sia più nemmeno il tempo per crearne una nuova ed iscriversi al campionato di serie D. Alla fine nasce la SSD Palermo, e seppur a caro prezzo i rosanero partono dai dilettanti.
E così è l’01/09/2019 e mi ritrovo a Marsala. Non per le saline dello Stagnone o per l’isola di Mozia, ma per assistere ad una partita. Qualche mese prima, abitando in Austria, pianificavo una possibile trasferta agevole al “Friuli†di Udine o magari al “Meazzaâ€. Invece eccomi al “Lombardo Angottaâ€, dove va di scena la prima partita di campionato di serie D, girone I. Anticipo di una settimana le mie vacanze siciliane solo per essere presente: è una gara storica, è la prima del nuovo Palermo e non posso mancare. Un’amica riesce a procurarmi il biglietto. Poche ore prima mi trovavo oltralpe, adesso mi ritrovo in viaggio insieme a migliaia di altri tifosi rosanero: non per una finale di Coppa Italia o per una partita contro la Juventus, bensì per affrontare i lilybetani.
È tutto strano: il Palermo ha un nome e un logo nuovo, anche la maglia non è rosa come di consueto e in campo non conosco la maggior parte dei giocatori. Eccetto il palermitano Accardi, un paio di giocatori dall’ex Primavera e il ritorno di Santana infatti la squadra è completamente rinnovata. Chi sono quei terzini che corrono sulle fasce? Da dove vengono quei mediani che lottano in mezzo al campo? Quanto saranno affidabili quegli attaccanti? Siamo sinceri. Nonostante l’entusiasmo e l’esodo verso Marsala, lo scetticismo tormentava un po’ tutti: una squadra fatta in meno di un mese, tre quarti dei giocatori ai più totalmente sconosciuti, una divisione quella dei dilettanti alla quale non ero abituato. Quella di Marsala fu una partita risicata ma vinta grazie al gol di Lucera. Il destino vuole che un palermitano cresciuto nel vivaio rosanero dia il via a quella che sarà poi una corsa verso il ritorno tra i professionisti. Il Palermo resterà primo dalla prima all’ultima giornata giocata. L’emergenza sanitaria purtroppo non permetterà la conclusione del campionato ma il Palermo, seppur non ancora in via ufficiale, arriva primo e conquista meritatamente la promozione.
Perché scrivo tutto questo? Per dire grazie a tutti gli artefici di questo risultato. Grazie perché hanno riacceso in me e in tutti i tifosi rosanero l’amore e la passione per il Palermo, che a causa delle delusioni sportive e non accumulate negli anni era ferito, morente. Quei ragazzi che non conoscevo sono entrati tutti nel mio cuore. Le parate di Pelagotti, la grinta di Crivello, le falcate di Doda e Vaccaro o la palermitanità di Accardi, Ficarrotta, Corsino e degli altri siciliani presenti in rosa, le geometrie di Martin e gli inserimenti di Kraja o Langella, le lotte di Martinelli, i dribbling di Felici o Silipo, le reti di Sforzini e Ricciardo o i colpi di genio di Floriano e capitan Santana. Questo e tanto altro ancora mi ha emozionato come non succedeva da anni. Ciò che ho apprezzato ancor di più però è stato l’attaccamento alla maglia e l’impegno mostrato per questa causa da parte di tutti i ragazzi che hanno lottato sempre, indistintamente al “Barbera†o in campi sperduti dell’entroterra siciliano o calabro. Ognuno di loro, al di là delle prestazioni in campo e al di là del minutaggio, è riuscito nell’arduo compito di riportare entusiasmo, oltre la categoria: lo ha riportato in me e lo ha riportato e in tutti gli innamorati del Palermo. Volevo dire grazie a tutti loro. Grazie per la promozione e per le emozioni di questa stagione. Grazie soprattutto per aver rispettato e ravvivato il nostro amore per il Palermo.