Esclusiva Galici: «Via dal Palermo, fa parte del passato. Adesso penso subito al futuro»
Tra i ragazzi più sfortunati degli ultimi anni nel settore giovanile del Palermo c’è senza dubbio Alessio Galici, attaccante classe ’98 che lo scorso 1° luglio ha lasciato i rosanero a parametro zero. Dal 2011 nel club di viale del Fante, tre stagioni fa Alessio subisce un grave infortunio e al rientro dopo sei mesi, al terzo allenamento ne subisce un altro ancora più grave. Due duri colpi che influiscono notevolmente sul suo cammino nel vivaio del Palermo. Oggi Galici è alla ricerca di una nuova squadra e delle sua prima esperienza nel calcio dei “grandi”, e noi di RaccontiRosanero.it lo abbiamo intervistato in esclusiva per farci raccontare questi anni trascorsi nel settore giovanile.
Alessio, la tua avventura al Palermo si è conclusa questa estate. Ci fai un resoconto di questa esperienza in rosanero?
«Quella vissuta al Palermo è, come ogni esperienza d’altronde, piena di momenti positivi ma anche negativi. Da tifoso del Palermo aver vestito la maglia rosanero, anche se solo a livello giovanile, per me è stato un grande motivo d’orgoglio e ricorderò questi anni sempre perché mi hanno segnato tanto dentro. Purtroppo questa avventura si è conclusa quest’estate, la società ha fatto le sue scelte e ha deciso di non puntare più su di me. Ho preso atto di questa scelta e mi sono subito attivato per farmi trovare pronto per una nuova squadra. Sinceramente però speravo in un trattamento diverso da parte del Palermo…».
Com’è andata questa separazione con i rosanero?
«A dire il vero non è andata. Attendo infatti ancora una chiamata o un messaggio dalla dirigenza, anche solo un “in bocca al lupo” mi sarebbe bastato ma non è arrivato da parte di nessuno. L’unico che ho sentito è stato l’ex direttore Dario Baccin, al quale ho scritto in occasione del suo passaggio all’Inter. Lui mi è stato sempre molto vicino, è stato sempre presente anche nei momenti difficili, come quello dei due infortuni. Nonostante ciò però rimango grato al Palermo che mi ha dato l’opportunità di crescere e di vestire questi colori. E’ andata così».
Una parentesi durata un anno e mezzo al Palermo è stata caratterizzata dai due gravi infortuni che hai subito…
«E’ stata sicuramente la parentesi più brutta e che mi ha segnato in maniera più marcata negli ultimi anni. Ho ancora tutto impresso: il primo infortunio subito contro la Fiorentina quando giocavo negli Allievi, una partita dove tra l’altro eravamo già stati eliminati dalle Final Eight. Poi quell’altro infortunio ancora più grave, subito dopo appena tre allenamenti dal mio rientro. Sono sincero, ho subito un crollo. E’ stato un periodo veramente brutto, non riuscivo proprio a pensare al calcio. Il Palermo ha cercato di aiutarmi a suo modo, facendomi riabilitare nel miglior modo possibile e provando a starmi vicino anche psicologicamente, ma in quel momento qualunque cosa per me era sbagliata».
Il secondo infortunio è stato una mazzata…
«Sì, probabilmente in quell’occasione non avremmo dovuto forzare il rientro. Ma quale ragazzo, se gli viene chiesto di giocare, dice di no anche se magari sa che non è al 100%? Nessuno. E così, al terzo allenamento ho provato un tiro col destro che non è nemmeno il mio piede ed è arrivato l’altro grave infortunio. Una batosta ancora più grande. In quell’occasione l’unico aspetto positivo è stato che il Palermo mi ha fatto riabilitare insieme alla prima squadra ed ho vissuto in prima linea la salvezza della stagione 2015/16. Ho avuto modo di stare accanto a gente come Maresca, Sorrentino o Gilardino, grandi calciatori che penso non rivedremo più al Palermo e che mi hanno insegnato tanto. Quest’ultima credo sia stata una delle esperienze più belle della mia vita».
Quest’anno, al tuo rientro, un paio di partite da titolare e poi di nuovo la panchina…
«Anche qui penso che il mio rientro sia stato un po’ accelerato. Ho giocato quando non avevo ancora recuperato del tutto, non mi sentivo pienamente in forma ma come dire di no al mister che ti dice “questo pomeriggio tocca a te giocare da titolare”?. Poi Bosi ha fatto le sue scelte successivamente e non ho più trovato tanto spazio. Non le giudico, lui ha fatto molto bene con il Palermo Primavera, ma a quel punto non giocando più e vedendo che su di me non si puntava più ho deciso di salvaguardarmi. Sapevo che, quasi sicuramente, a fine stagione sarei andato via ed ho pensato a proteggere il mio fisico per la prossima mia esperienza».
Al Palermo hai passato però anche momenti importanti, soprattutto tra gli Allievi. Che ricordi hai di quell’anno?
«Diciamo che la mia carriera finora è stata sempre in salita, perché anche con Scurto ho dovuto sudare parecchio per trovare un po’ di spazio. Inizialmente il suo metodo di gioco un po’ mi escludeva e di fatto non ho giocato molto. Ma la mia determinazione e la gran voglia di scendere in campo mi ha fatto sacrificare molto durante gli allenamenti e così il mister ha cominciato a provarmi in un ruolo non mio, quello di esterno di centrocampo dove ho cominciato a curare anche la fase difensiva oltre che quella offensiva. Ho iniziato a giocare con continuità sacrificandomi molto per la squadra e sono andato in gol anche in due occasioni: contro il Latina e contro il Napoli, partita che ci ha permesso di qualificarci direttamente alle final eight. Contro la Roma durante le fasi finali ho giocato anche una grande partita, ottenendo a fine gara anche il titolo di migliore in campo. Quella è stata una grande partita, dove ho dato tutto contro una squadra formata da calciatori che oggi giocano tutti ad alti livelli. E’ stata sicuramente la mia migliore stagione in rosanero questa tra gli Allievi».
Adesso la preparazione con l’Equipe Sicilia ed il ritiro con il Paceco. Qual è il futuro di Galici?
«Diciamo che, a parte qualche giorno di relax che mi sono preso, ho sempre lavorato duramente per farmi trovare pronto per la mia prossima esperienza calcistica. L’Equipe Sicilia in tal senso mi ha dato una grossa mano, perché mi ha permesso di allenarmi seguito da uno staff di grande livello. Con loro ho svolto una settimana di allenamenti che mi è servita per farmi trovare pronto per il Paceco, club con il quale ho svolto la preparazione precampionato e con il quale, con molta probabilità , giocherò la prossima stagione. Questa, qualora si concretizzasse, è per me una grande occasione in quanto mi darebbe la possibilità di giocare in un campionato importante come quello della D e in un club serio come il Paceco, nel quale ho trovato uno staff preparato. Sto lavorando sodo per il mio futuro, che spero possa regalarmi tante soddisfazioni già a partire da questa stagione».