“Siamo tutti Amara”, Esclusiva Santalucia: «Vi racconto come i ragazzi della Fincantieri hanno dato un calcio al razzismo»
Un episodio che non è passato inosservato quello che è avvenuto domenica scorsa sul campo della Fincantieri: va di scena la partita contro il Città di Carini e i ragazzi dei Giovanissimi Nazionali scendono in campo con le facce dipinte di nero. Salta all’occhio anche la maglia con scritto “No al razzismo” e lo slogan lanciato da tutta la squadra che recita “Siamo tutti Amara”. Sì perché proprio una settimana prima Amara Tourè, calciatore maliano quattordicenne della Fincantieri, è stato vittima di un episodio razziale sul campo del Dattilo Noir. Non il primo episodio, a dire il vero. E tutti i compagni di squadra hanno deciso di sostenere il proprio “fratello”, così lo definiscono il ragazzo venuto dall’Africa. Giunto da solo in Sicilia dopo aver attraversato il Mediterraneo, adesso Amara ha trovato due nuove famiglie: quella adottiva che lo ha accolto in casa e quella della Fincantieri. Per farci raccontare meglio ciò che è accaduto RaccontiRosanero.it ha intervistato in esclusiva Davide Santalucia, il mister dei Giovanissimi Regionali della Fincantieri, che ci ha spiegato quanto è successo nelle scorse domeniche.
Mister, partiamo proprio dalla partita contro il Dattilo. Cosa è accaduto di preciso nei confronti di Amara?
«Partiamo da un dato di fatto: Amara è sempre stato un ragazzo mite, tranquillo e rispettoso. Ad un tratto commette un fallo di reazione contro un avversario che non riesco a spiegarmi, l’arbitro lo espelle ed io, ignaro di tutto, giustamente lo rimprovero mentre si dirige verso gli spogliatoi. Tra me e me però già nutrivo dei dubbi sul perché il ragazzo avesse reagito in quel modo, conoscevo il suo carattere e mi aveva sorpreso quella sua reazione. A fine partita poi tutti i componenti della squadra negli spogliatoi sono andati ad abbracciare Amara, in volto parecchio afflitto e turbato. Lì mi è stato riferito tutto: un avversario lo aveva insultato ripetutamente con frasi razziali e parecchio pesanti per tutta la gara. “Mi ha provocato per tutta la partita e ad un certo punto non ce l’ho fatta più” mi ha detto, quindi ha reagito in quel modo. Un fallo di frustrazione. L’arbitro però non aveva sentito nulla. Mi sono parecchio arrabbiato perché da bordo campo non avevo sentito nulla e avrei voluto sapere subito di tale episodio così da avere un colloquio diretto con il direttore di gara. Quando ho cercato di avvicinarmi all’arbitro per parlare di quanto accaduto e chiedere il perché non fosse intervenuto in modo punitivo anche nei confronti dell’avversario sono stato fermato da una persona: era un’Osservatore degli arbitri presente in tribuna che mi ha riferito come anche dagli spalti piovevano insulti nei confronti di Amara. Sono rimasto allibito. Adesso Amara dovrà scontare due settimane di squalifica, la società ha deciso di non fare ricorso perché in ogni caso il comportamento di Amara è stato violento e merita tale provvedimento disciplinare, ma abbiamo mandato una lettera chiedendo alla Federazione di intervenire affinché tali episodi non avvengano più, anche perché non è la prima volta che il ragazzo subisce insulti di questo tipo».
Da qui quindi è nata l’iniziativa dei ragazzi di dipingersi le facce di nero…
«Sì, un’iniziativa nata esclusivamente da parte dei miei ragazzi. Il martedì successivo alla partita contro il Dattilo, alla ripresa degli allenamenti, sono venuti tutti da me e mi hanno spiegato le loro intenzioni per la partita successiva. Ho subito pensato che fosse una bella iniziativa e soprattutto un bel gesto verso Amara, che qui da noi è davvero un membro della famiglia. Il ragazzo giustamente non ha voluto allenarsi la scorsa settimana, era parecchio frustato e la madre mi ha riferito che comunque non sarebbe venuto agli allenamenti a causa di alcuni problemi scolastici. In ogni caso ho parlato con la società per spiegare le intenzioni dei miei ragazzi e la Fincantieri mi ha dato subito il via libera. Così, grazie anche all’aiuto di un genitore che ha portato il trucco nero per colorare le facce di tutta la squadra, i Giovanissimi Nazionali in occasione della partita di domenica scorsa contro il Carini è scesa in campo dando vita a questa iniziativa. Facce nere, una maglia con scritto “No al razzismo” ed uno slogan in particolare: “Siamo tutti Amara”. Lo stesso Amara, presente sugli spalti, è rimasto parecchio commosso ed il pubblico ha reagito molto bene all’iniziativa. Il Città di Carini, la squadra che abbiamo affrontato, a fine partita ha voluto fare la foto insieme al ragazzo che è rimasto molto contento di quanto avvenuto».
Un bel calcio al razzismo da parte dei più piccoli. Cosa possiamo trarre da tutto ciò?
«Voglio innanzi tutto dire che a Dattilo come squadra siamo stati trattati molto bene e la società , giustamente multata di 300 euro dalla Federazione per i cori razziali partiti dalla tribuna, si è voluta subito distaccare da tali episodi e la scorsa domenica è anche scesa in campo con una maglia simile alla nostra contro il razzismo. Io penso che un ragazzino di quattordici anni che insulta un altro ragazzino per il colore della pelle abbia sentito gli insulti partire dai più grandi, credo proprio sia successo questo. Capita spesso che i più grandi diano un insegnamento ai più piccoli: questa volta però chi ha insultato il ragazzo non ha dato di certo il buon esempio. I ragazzi della Fincantieri però hanno dato il buon esempio, e una volta tanto hanno voluto invertire il ruoli con questo bellissimo gesto di solidarietà verso Amara: stavolta i più piccoli hanno insegnato qualcosa ai più grandi. E tutti dobbiamo meditare su questo, affinché episodi come quelli avvenuti a Dattilo non accadano più».
I Giovanissimi Regionali della Fincantieri sono attualmente secondi in classifica nel proprio girone e già matematicamente qualificati ai playoff. Partiti con l’obiettivo di raggiungere la salvezza senza passare dai playout, i classe 2003 di mister Santalucia stanno disputando una stagione straordinaria. Domenica resa ancora più bella con questo gesto maturo e che fa bene a tutto il mondo dello sport.